10 anni di Adglow - Cos'è cambiato nell'ultimo decennio?

By Pooja Kanabar

Il digital marketing è cambiato drasticamente negli ultimi dieci anni. I marketer hanno dovuto affrontare enormi mutamenti tecnologici, adattarsi a strumenti di marketing automation e restare al passo di clienti che operano in un mondo multicanale.

In occasione del nostro decimo compleanno, abbiamo voluto volgere uno sguardo ai trend digital che hanno caratterizzato la scorsa decade.

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 1. L’enorme crescita del Social Advertising

Il panorama dei social media è cambiato in maniera enorme negli ultimi dieci anni. Vecchie piattaforme social come Myspace sono scomparse e il social advertising si è inserito stabilmente nelle nostre vite quotidiane.

Dal lancio di Ads & Pages nel 2007, Facebook è diventata la seconda piattaforma di advertising al mondo. Twitter si è inserito nel mercato nel 2010 con i Promoted Tweets, Trends e Accounts, e poco dopo anche Instagram, Snapchat e Pinterest hanno rilasciato i propri prodotti pubblicitari.

Dieci anni dopo, il social advertising continua a evolversi a un ritmo vertiginoso. Ogni piattaforma social offre prodotti adv e strumenti di targetizzazione sempre più sofisticati, mentre i brand hanno a disposizione possibilità molteplici per raggiungere le proprie audience e costruire engagement.

Dato che l’utente medio possiede tre o più account sui social, e vi trascorre almeno due ore al giorno (fonte: Global Web Index), i brand hanno presto compreso come questi canali possano contribuire strategicamente ad accrescere i ricavi.

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2. Anche il Mobile cresce a dismisura

Nell'ultima decade abbiamo assistito al boom di smartphone e tablet. Nel 2007, il mercato della telefonia mobile è stato rivoluzionato dall'uscita del primo iPhone, che ha cambiato per sempre le nostre abitudini tech e digital. Oggi circolano nel mondo 2,53 miliardi di smartphone, e il 51,89% del traffico web globale è generato da device mobili.

Gli smartphone hanno superato il computer come strumento principale per l’accesso a internet, e rappresentano il nostro mezzo di comunicazione preferito. App di mobile messaging come WhatsApp sono ormai parte della nostra routine quotidiana, mentre piattaforme come Instagram e Snapchat sfruttano appieno le capacità di augmented reality e photo sharing offerte dagli smartphone.

Ciò che una volta risiedeva sulla scrivania sta oggi comodamente nel palmo di una mano, permettendoci di accedere ai nostri servizi preferiti dovunque ci troviamo. Risulteranno sempre più vincenti i brand che riusciranno ad adattare le strategie di marketing alle nuove abitudini di consumo e utilizzo.

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3. Tutti pazzi per il video.

Dieci anni fa, il video era ad appannaggio esclusivo dei grossi brand che potevano, grazie all’enorme potere di acquisto, raggiungere le audience con l’advertising televisivo e cinematografico. Oggi, chiunque può creare video grazie agli smartphone.

Grazie all’interconnessione tra paid social, mobile e video, la domanda per contenuto video è più alta che mai. Secondo un report Cisco, nel 2019 lo streaming rappresenterà l’80% di tutto il traffico internet, e si prevede che il fenomeno continui a crescere.

I brand hanno compreso presto l’enorme potenziale del video. Le opportunità spaziano dai video ads, videorecensioni di clienti e brand stories fino a tutorial e live stream.

Il video è un elemento centrale del marketing mix, e può portare ottimi risultati agli inserzionisti che lo utilizzano per aumentare l’engagement e le conversioni in ogni fase del buyer’s journey.

thomas-russell-751613-unsplash (1)Foto di Thomas Russell da Unsplash

4. È l'ora dei Millennial

Negli ultimi dieci anni, i Millennial (le persone nate tra il 1981 e il 1997) sono diventati adulti con un potere d’acquisto che, si stima, raggiungerà 1,4 trilioni di dollari entro il 2020 (fonte: Oracle).

Dato che questa generazione di nativi digitali costituisce una porzione significativa dei consumatori, i brand hanno sempre più necessità di trovare modi innovativi per suscitarne l’interesse.

I millennial rispondono alle strategie di marketing in maniera diversa rispetto alle generazioni precedenti. Si aspettano interattività, gratificazione istantanea, servizio clienti eccellente e una comunicazione che riesca a captare la loro attenzione.

Dieci anni fa, una pubblicità su carta stampata poteva essere sufficiente per accaparrarsi una vendita. Ma i Millenial non si fanno conquistare dagli slogan, vogliono autenticità. User-generated content, ads interattivi e consigli da parte di amici o influencer contribuiscono in maniera significativa nel processo di decision-making. Per conquistare i giovani clienti, i marketer devono quindi metterli al centro delle proprie strategie comunicative.

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5. L'esplosione dello shopping online

Dieci anni fa, le persone visitavano uno o due siti per raccogliere informazioni su un prodotto, e decidevano sulla base di quelle informazioni. Oggi, la capacità di scelta è a portata di smartphone, e i clienti sono in grado di cercare decine di prodotti nel giro di secondi, mettendo a confronto concorrenti e recensioni.

Per gli acquirenti di oggi, l’esperienza di shopping online deve essere non solo semplice e priva di seccature, ma anche consistente e lineare attraverso le diverse piattaforme di acquisto – mobile, social media, app, desktop. Secondo uno studio condotto da Oracle, più dell’85% dei consumatori che acquista da un device mobile si aspetta la stessa qualità e velocità di quando lo fa via desktop.

Gli acquirenti di oggi vogliono tutto – e lo vogliono subito, dalla consegna in un giorno all’instant customer service. E i colossi dell’eCommerce come Amazon stanno rimanendo al passo di questi trend. Per continuare a incrementare le vendite, i brand dovranno soddisfare appieno le esigenze dei propri clienti.

brooke-lark-609899-unsplash (1)Foto di Brooke Lark da Unsplash

6. Arrivano i Big Data

Dieci anni fa, i marketer avevano a disposizione pochi strumenti per valutare le performance delle loro attività. Nel giro di un decennio, i big data hanno rivoluzionato le modalità in cui i brand entrano in relazione con le proprie audience.

Le piattaforme social permettono agli inserzionisti di accedere sia dati demografici sia a interessi specifici per creare campagne sempre più ‘smart’ e personalizzate. Allo stesso tempo, tool di CRM come Salesforce e Hubspot forniscono insights di valore per migliorare il prospect engagement e i tassi di conversione.

Il flusso di dati cui è ora possibile accedere permette una personalizzazione e un A/B testing sempre più efficace. Gli inserzionisti hanno tutte le informazioni per esaminare i KPI rilevanti e ottimizzare le campagne.

La comparsa dei big data significa che gli inserzionisti non devono più a procedere alla cieca, visto che possono facilmente accertare quali ads e contenuti permettono il miglior ROI.

william-iven-22449-unsplash (1)Foto di William Iven da Unsplash

Considerazioni finali

Negli ultimi dieci anni sono cambiate molte cose. Siamo agli albori di un’era digital che sta rivoluzionando il nostro modo di fare business. E se questi cambiamenti pongono delle sfide, rappresentano anche un’enorme opportunità per i brand che sanno abbracciarli.